14
Giu
2013

Benvenuti a STV


Dal­la Gui­da di Mr. Swee­ts alla Cit­tà: la sede di STV è situa­ta in via del­la Pine­ta e, a quell'ora del mat­ti­no, si può sem­pre fare affi­da­men­to su qual­che gio­va­ne trom­bo­ne dal fia­to bir­ro­so che gui­da a tavo­let­ta per arri­va­re in ritar­do ad un lavo­ro che non gli dà alcu­na sod­di­sfa­zio­ne. Oppu­re un vec­chio gela­ti­no­so, al volan­te di un SUV, che ha disim­pa­ra­to a mori­re con la quie­ta digni­tà di un tem­po. I maxi­scher­mi pub­bli­ci­ta­ri sul­le fac­cia­te dei palaz­zi espon­go­no il nuo­vo sand­wich musi­ca­le del­la Sie­mens. È un gran­de suc­ces­so com­mer­cia­le, mi dico­no. Io vivo con que­sta gen­te. Qual­cu­no deve pur far­lo. Fine.
Un osser­va­to­re ester­no, dopo una bre­ve visi­ta, potreb­be tran­quil­la­men­te affer­ma­re che il set per i pro­vi­ni dell'emittente sar­da è fuo­ri dal­le Con­ven­zio­ni di Gine­vra. È una sezio­ne del vec­chio tea­tro sto­ri­co, che ha ospi­ta­to l'arte dei mae­stri, ora adi­bi­to a Tem­pio del Trash e cuo­re di tene­bra dell’emittente STV. Le doz­zi­ne di tele­ca­me­re wire­less, gran­di quan­to un migno­lo, sono dis­se­mi­na­te sui sof­fit­ti e le colon­ne. Ognu­na invia diret­ta­men­te alle sinap­si degli esa­mi­na­to­ri, che giac­cio­no anno­ia­ti sul­le pol­tro­ne del­la platea.
Il siste­ma d'illuminazione è sovra­po­ten­zia­to. Calo­re, ron­zio costan­te, impos­si­bi­li­tà di vede­re i pro­pri spet­ta­to­ri. Una voce ampli­fi­ca­ta elet­tri­fi­ca l'aria come un tuo­no sca­glia­to dall'Olimpo. Impar­ti­sce coman­di. Pre­ten­de ser­vi­tù. Tut­to è cali­bra­to sul­le ulti­me ricer­che psi­co­mo­to­rie, con l'obiettivo di met­te­re a disa­gio i can­di­da­ti. All'insaputa di tut­ti, la Padro­na di STV, Sua Emit­ten­za Sil­via Albai, ha instal­la­to sul pal­co una doz­zi­na di micro­tra­smet­ti­to­ri Blue­tooth per spa­ra­re virus agli impian­ti neu­ra­li dei suoi sup­pli­can­ti e scom­bi­nar­gli l'umore a distan­za. L'obiettivo è con­fon­de­re e domi­na­re. STV bra­ma scim­mie dro­ga­te che bal­li­no al suo coman­do. Devi ama­re la tele­vi­sio­ne. La tele­vi­sio­ne sa cos'è giu­sto per te.
Sul pal­co­sce­ni­co, una quin­di­cen­ne dall'abito pro­vo­can­te si dime­na ad un rit­mo très boom­sha­ka­la­ka­la­ka. Geme in modo ridi­co­lo e sfog­gia sor­ri­si a 24 kara­ti, seguen­do la caden­za sepol­cra­le dei suoi zam­pet­tii mal­fer­mi. È mer­ce stan­dard, pla­sma­ta sui model­li e la spaz­za­tu­ra che la stes­sa STV ha con­tri­bui­to a costrui­re. Ormai non han­no più un aspet­to defi­ni­to: sono ico­ne costrui­te indu­strial­men­te sot­to il bistu­ri di chi­rur­ghi eco­no­mi­ci nell'entroterra del­la Sardegna.
Pren­di­li da gio­va­ni e saran­no sem­pre tuoi.