29
Nov
2011

Lovecraft Zero — Vol. 2 — Nyarlathotep

Rie­di­to da Edi­zio­ni di Kar­ta, è usci­to il secon­do eBook del­la serie Love­craft Zero: Nyar­la­tho­tep.
Scrit­to da H.P. Love­craft e tra­dot­to da Mas­si­mo Spi­ga, è acqui­sta­bi­le e leg­gi­bi­le da chiun­que abbia un let­to­re eBook o un tablet. Cthu­lhu f'taghn!

La col­la­na
Love­craft Zero inten­de ripro­por­re i rac­con­ti bre­vi, le let­te­re e gli altri testi di Howard Phil­lips Love­craft in for­ma­to digi­ta­le ed in ita­lia­no. Soprat­tut­to, la novi­tà di Love­craft Zero è la tra­du­zio­ne: è con­tem­po­ra­nea e dina­mi­ca, pri­va del­la pom­po­si­tà otto­cen­te­sca che carat­te­riz­za lo sti­le del Soli­ta­rio di Pro­vi­den­ce. Lun­gi dall'essere una "vio­la­zio­ne" degli scrit­ti love­craf­tia­ni, que­sta col­la­na è un atto d'amore nei con­fron­ti del genio di que­sto auto­re.
Visi­ta la home­pa­ge di Love­craft Zero a que­sto link.

Il secon­do volu­me con­tie­ne il rac­con­to bre­ve Nyar­la­tho­tep, scrit­to nel 1920 e pub­bli­ca­to nel­lo stes­so anno sul­la rivi­sta The Uni­ted Ama­teur. Il volu­me inol­tre con­tie­ne Sto­ria del Necro­no­mi­con: scrit­ta da Love­craft nel 1927, è una sin­te­ti­ca espo­si­zio­ne del­la "vita edi­to­ria­le" del libro ine­si­sten­te più cele­bre del­la storia.

Sinos­si
Il miste­rio­so Nyar­la­tho­tep giun­ge dall’Egitto agli USA, por­tan­do una nuo­va scien­za ed una nuo­va visio­ne pro­fe­ti­ca ad un occi­den­te ormai cadu­to nel caos e nel terrore.

Ante­pri­ma

Ecco l'incipit: 

Nyar­la­tho­tep. Il caos stri­scian­te.
Io sono l’ultimo. Mi udi­rà il vuo­to in ascol­to…
Avven­ne mol­ti mesi fa. Non ne ricor­do con chia­rez­za il prin­ci­pio. Una spa­ven­to­sa pres­sio­ne ci oppri­me­va: ad una sta­gio­ne di tumul­ti poli­ti­ci e socia­li si era aggiun­ta una inde­fi­ni­bi­le, minac­cio­sa inquie­tu­di­ne. Il sen­to­re, qua­si fisi­co, di un peri­co­lo all’orizzonte. Così dif­fu­so ed onni­com­pren­si­vo da esse­re con­ce­pi­bi­le solo nei più ango­scio­si reces­si del sogno. Le stra­de era­no popo­la­te da vol­ti pal­li­di, ner­vo­si. Alcu­ni sus­sur­ra­va­no allar­mi e pro­fe­zie. Nes­su­no ammet­te­va a sé stes­so di aver­le udi­te, né osa­va ripe­ter­le ad alta voce. Un sen­so di col­pa mostruo­so intri­de­va la ter­ra. Emer­so dagli abis­si che si cela­no tra le stel­le, era simi­le ad un ven­to geli­do. Il suo sibi­lo face­va tre­ma­re chi popo­la­va luo­ghi bui e soli­ta­ri. Il cor­so stes­so del­le sta­gio­ni ave­va subi­to un’alterazione demo­nia­ca. Il calo­re autun­na­le rifiu­ta­va di sva­ni­re, inge­ne­ran­do in noi il timo­re che il mon­do, e for­se l’intero uni­ver­so, si fos­se sot­trat­to al con­trol­lo degli dei o enti­tà a noi fami­lia­ri per fini­re sot­to il gio­go di dei o enti­tà ignote.