1
Ott
2011

Alfabeti simbolici per Crisa

Que­sto arti­co­lo è sta­to pub­bli­ca­to su Sar­de­gna 24 del 30/09/11

Seb­be­ne i sin­da­ci spes­so accu­si­no il wri­ting di esse­re “mero van­da­li­smo” e le signo­re bene con­ti­nui­no a scuo­te­re il capi­no com­pun­te, que­sto feno­me­no di street art con­ti­nua a sfor­na­re arti­sti vali­di. Mol­ti di essi segui­ta­no a popo­la­re la not­te e le mura del­le cit­tà per tut­ta la loro car­rie­ra, men­tre altri, insod­di­sfat­ti dei limi­ti tec­ni­ci impo­sti ai wri­ters (che, lo ricor­dia­mo con i ver­si del rap­per Kaos One, “non dipin­go­no qua­dri: scri­vo­no let­te­re”) deci­do­no di allar­ga­re i pro­pri oriz­zon­ti arti­sti­ci alla pit­tu­ra tradizionale.
E’ que­sto il caso di Fede­ri­co Car­ta, meglio cono­sciu­to con il suo nome d’arte Cri­sa (pro­ve­nien­te appun­to dai suoi tra­scor­si da wri­ter, come con­tra­zio­ne di “cri­sa­li­de”). Atti­vo, a livel­lo pro­fes­sio­na­le, dal 2001, è ormai un vete­ra­no del­le gal­le­rie d’arte ed i suoi qua­dri han­no riscos­so gran­de suc­ces­so in Ita­lia e Ger­ma­nia. La pros­si­ma occa­sio­ne per apprez­zar­li sarà la ter­za tap­pa di Gesto Segno Dise­gno, una ras­se­gna d’arte con­tem­po­ra­nea a cura dell’associazione cul­tu­ra­le Séma­ta. Si ter­rà a par­ti­re dal 30 set­tem­bre al MACC (Museo d’Arte Con­tem­po­ra­nea di Cala­set­ta), gior­no in cui l’evento sarà inau­gu­ra­to alle 19:00. Le mostre saran­no dispo­ni­bi­li ai visi­ta­to­ri fino al 5 novem­bre. Tra le ope­re pre­sen­ta­te, sarà in espo­si­zio­ne l’installazione dei due arti­sti Car­men Lau­ri­no e Mas­si­mo Lovi­sco (meglio cono­sciu­ti come Elle­plu­sEl­le) inti­to­la­ta I.D. # (Inter­no dome­sti­co), un aggre­ga­to arti­sti­co in cui l’installazione, la foto­gra­fia e la per­for­man­ce rela­zio­na­le si com­bi­ne­ran­no al fine di mostra­re il ruo­lo dell’arte con­tem­po­ra­nea nel­le rela­zio­ni socia­li e cul­tu­ra­li. Per far­lo, gli arti­sti han­no dota­to tre fami­glie loca­li di un kit di ope­re foto­gra­fi­che e le han­no sol­le­ci­ta­te ad “arre­da­re” la pro­pria casa con esse. Il risul­ta­to, anch’esso foto­gra­fa­to, sarà espo­sto al MACC per il pubblico.
Al con­tra­rio di Elle­plu­sEl­le, Cri­sa ha sem­pre pre­fe­ri­to gli ester­ni agli inter­ni. Dopo la tran­si­zio­ne dal mon­do del wri­ting a quel­lo del­la mura­li­sti­ca e del­la pit­tu­ra, si è dedi­ca­to alla rap­pre­sen­ta­zio­ne del disa­gio urba­no e del ruo­lo sal­vi­fi­co che l’immaginazione può ave­re in quel contesto.
La sua mostra, inti­to­la­ta “Dai mar­gi­ni…”, mira a rap­pre­sen­ta­re l’ecosistema del­la peri­fe­ria cit­ta­di­na: «In que­sti agglo­me­ra­ti urba­ni — dice Cri­sa — ormai tut­to sta esplo­den­do. Tut­to è gene­ti­ca­men­te modi­fi­ca­to. In que­sti qua­dri, si pone l’enfasi sul rap­por­to tra uomo e natu­ra». Le sue ope­re, spes­so rea­liz­za­te con mate­ria­li di scar­to rac­col­ti per le vie del­la cit­tà, sono popo­la­te da un vasto dra­ma­tis per­so­nae di per­so­nag­gi o figu­re ricor­ren­ti, che ven­go­no a costi­tui­re un vero e pro­prio alfa­be­to sim­bo­li­co carat­te­ri­sti­co dell’artista. Per cui, tra indu­strie, mani intrap­po­la­te sot­to le mace­rie, uomi­ni la cui testa si è ridot­ta ad un occhio, anten­ne, fram­men­ti di mac­chi­na­ri e via dicen­do, lo spet­ta­to­re non può non pen­sa­re alla stra­ti­fi­ca­zio­ne dei rifiu­ti che ormai ammor­ba­no la nostra vita quo­ti­dia­na: sono i rude­ri che un tem­po furo­no la nostra civil­tà, ed ora si stan­no avvian­do ver­so la disca­ri­ca, sospin­ti da mani ignote.